Un interessantissimo commento su chartitalia di Gianluca Navarrini sull'argomento Web Radio, figlie di un dio(do) minore
Tutto il commento, molto lungo ed articolato, lo trovate qui:
La situazione delle web-radio è allucinante. E potrei fermarmi qui.
Ma voglio aggiungere ulteriori elementi.
1. Sul contratto di licenza per la diffusione web-radiofonica.
Il contratto (standard SIAE) di licenza alla trasmissione di musica in streaming su una web-radio è ben diverso da quello predisposto per la trasmissione via etere. E ciò, benchè la sostanza dell'attività non muti: esercizio del diritto di diffusione si ha in un caso come nell'altro, anche se il mezzo tecnico è sensibilmente diverso.
Non si contesta, dunque, la presenza di clausole giustificate dalla diversità tecnica del mezzo (ad esempio, è chiaro che la radio tradizionale non consente la sincronizzazione tra musica e immagini), ma la presenza di una clausola che caratterizza pesantemente il solo contratto di licenza per le web-radio.
Alludo alla clausola n. 6, che dispone che "qualora intervenga una specifica richiesta da parte degli aventi diritto, la SIAE potrà inibire l'uso di alcune o di tutte le opere ad essi appartenenti, in relazione al loro particolare utilizzo previsto dalla presente autorizzazione". Analoga previsione, infatti, non è presente nell'ordinario contratto di licenza radiofonica. E ci mancherebbe altro, visto che, a ben vedere, una simile clausola è - a mio modesto avviso - una contraddizione in termini. Vediamo per quale ragione.
E' chiaro. Ancora una volta si crea discriminazione, troppi bimbi da un lato e troppi colossi con much money dall'altro, basta vedere quante reti su web ha per esempio radiomontecarlo. E poi quante radio instore, webradio di siti web come libero, e altri. Comunque è vero, la discriminazione contrattuale esiste, ma chi la farà valere ? Paperino ? Robin Hood ? Peccato perchè il settore ha in sè il germe della futura Radio Digitale. Peccato che ci siano tanti bambini che ci giocano. Hop hop, cavalluccio... :'(
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