LE EMITTENTI HANNO DIRITTO "ANCHE" A PERCEPIRE DIRITTI CONNESSI

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10 Aug 2006 13:16 #18615 by
In Italia, stranamente, succede che ci sia la diffusa abitudine di lamentarsi e mugugnare sempre perchè qualcuno pensa gli sia stato tolto qualcosa. Ma quando c'è la possibilità di far valere i propri diritti, allora altrettanto spesso è un viavai di pareri e dubbi e maiononsose... e quant'altro.
Abbiamo evidenziato il problema. Abbiamo enucleato la normativa. Abbiamo insieme sollevato una serie di dubbi, quanto meno, circa la possibilità che le radio abbiano diritto a percepire i "loro" diritti connessi.
Io credo che il nostro compito -diciamo così- "istituzionale" si debba fermare qui. Chi vorrà, come abbiamo suggerito fin dal principio, potrà rivolgersi ai propri legali, e certo dei buoni avvocati sapranno meglio di noi indirizzare chi vorrà far valere questi diritti nel modo e direzione migliori. Per conto nostro, stiamo preparando una azione collettiva di cui daremo notizia a tempo debito.
Ciao a tutti.
Roberto - Staff Assoradio

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02 Sep 2006 16:50 #18835 by
...gli esercizi commerciali pagano la Siae e da poco anche Scf in base alla grandezza del locale e quindi il calcolo è sui metri quadri.
La radio diventa "il supporto" , chiamatelo anche strumento per ascoltare la musica (sui quali si pagano i diritti), ma potrebbe essere anche uno streaming, un lettore cd o mp3, un semplice computer.
I diritti connessi per le emittenti  sono "virtuali", le radio pagano siae e scf per trasmettere la musica, gli esercizi pubblici pagano perchè, in questo caso, riproducono attraverso la radio la stessa musica.In conclusione la radio è un semplice "supporto", sia nazionale che locale.
Se vogliamo vederla dal punto di vista pubblicitario, bisognerebbe ringraziare questo "sistema" che dà la possibilità a delle piccole emittenti locali di "entrare" in grandi centri commericali o piccoli negozi , aumentando ascolti e contatti .
Non sussiste nessun presupposto per chiedere "diritti connessi".

Ciao a tutti.

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02 Sep 2006 18:49 #18838 by RADIOSTAR
Caro Fabio 32, non la vedo come te, in quanto non e' paragonabile la trasmissione di una radio con la musica di un CD.
Mi spiego meglio:
- la radio ha gli speaker che animano
- la radio ha i notiziari che in formano
- la radio trasmette musica, e quindi non devi comprare i CD
- la radio non è una ma puoi cambiare e ascoltare quella che vuoi
- la radio trasmette lo sport locale che non trasmette nessuno
Io credo che paragonare le trasmissioni di una radio ad un supporto, come un cd, sia molto riduttivo.
Sono d'accordo che piu' ci ascoltano nei pubblici esercizi e piu' viene veicolata la pubblicità che trasmettiamo, inoltre con i diritti connessi, il gestore del pubblico esercizio non dovrebbe pagare di piu', ma i suoi soldi dovrebbero essere divisi in modo diverso, non solo tra gli autori dei brani, ma anche tra tutte le radio.
Facciamo un esempio: se un autore percepisce un euro dai diritti pagati dai gestori di pubblici esercizi per la diffusione di trasmissioni radio nel suo locale, io credo che un po' di merito sia anche della radio che trasmette, e quindi una parte dovrebbe essere erogata anche a tutte le radio.
Saluti.
Ramacciotti Valerio

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03 Sep 2006 10:09 #18851 by Morpheus
Caro Valerio, magari è anche ,molto giusto quello che dici, il problema che la normativa non lo dice. La normativa dice che l'autore prende i soldi per il diritto d'autore, che il produttore che ha prodotto il pezzettino di plastica devo ha cantato dentro l'autore, hanno diritto al compenso relativo e descritto dalla 633, dal regolamento conseguente e dal DPCM che ne determina la misura. Pensare che l'esercizio commerciale che detiene la radio debba pagare, per quello che è un uso indiretto, (attento perchè adesso sembra alla fiera dell'est di brambuardi) la radio che usa il disco dovè cantò l'autore che in SIAE tutto depositò, è abbastanza improbabile.
IO, al vostro posto, e mi rivologo agli editori tradizionali di radiofonia, mi preoccuperei e ragionerei molto attentamente sul cosidetto "podcasting". Lì, si produce, lì fatto salvo il diritto degli autori e dei produttori, si può parlare eventualmente di diritto connesso, perchè il diritto connesso colpisce l'uso del disco o analogo, pechè il podcasting è un esempio di "riproduzione delle emissioni", sulle quali è la radio ad avere il diritto esclusivo. Ed è questo di cui si parla all'art.79

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04 Sep 2006 22:09 #18883 by
E' correttissima la visione di Valerio. La "fissazione delle proprie emissioni" per le radio ascoltate nei pubblici esercizi, è esattamente la "sintonizzazione" degli apparecchi radio. La questione equivale alla antica "querelle" circa la legittimazione a trasmettere su onde radio, che fino al 1974 si pensava di appannaggio della sola RAI, concetto che se nessuno si fosse fatto carico di mettere in discussione, non avrebbe portato alla famosa sentenza della CC, che oggi rende possibile l'esistenza delle radio private e di questo stesso forum. Poi, come sempre, ognuno è libero di dare le proprie opinioni. Senza -però- valide argomentazioni, motivate, le norme sono quelle che abbiamo elencato. E che Valerio ha -a nostro modesto avviso- correttamente interpretato. Ciao a tutti.
Staff Assoradio

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05 Sep 2006 13:58 - 05 Sep 2006 14:07 #18889 by Morpheus

...La "fissazione delle proprie emissioni" per le radio ascoltate nei pubblici esercizi, è esattamente la "sintonizzazione" degli apparecchi radio.


ma via, non s cherziamo, per favore  ;D... la LDA parla di "fissazioni" ed è chiaro cosa vuole dire, basterebbe anche solo servirsi di un vocabolario per vedere che fissare vuol dire fermare, ed in questo caso vuol dire "fermare su di un supporto" (disco o analogo): Sintonizzare la propria radio su questo o su quello non vuole dire riprodurre ma solo sintonizzare, appunto.
Last edit: 05 Sep 2006 14:07 by .

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  • studio24
05 Sep 2006 15:07 #18897 by studio24
SCUSATE RAGAZZI;

STIAMO SPENDENDO FIUMI DI PAROLE DA MESI PER DIRITTI SIAE E SCF,  OVVIAMENTE FACCIO TESORO E SEGUO CON PASSIONE TUTTO CIO' CHE GIRA INTORNO ALLA RADIOFONIA CHE STO' FACENDO NOTARE A CHIUNQUE MI CAPITA A "TIRO" CHE E' IL SETTORE PIU' BERSAGLIATO DA TASSE E BALZELLI  ( Indipendentemente da ogni governo o coalizione che sia stata alla guida del pese sottolineo e ribadisco e porto prove alla mano che per l' emittenza privata non è assolutamente stato fatto NIENTE!!!!! la situazione è solo peggiorata!! )

MA CIO' CHE MI SORPRENDE ANCOR DI PIU' E' LA LENTA AGONIA DELLA RADIO CHE NON SA REAGIRE A FRONTE DELLE NUOVE TECNOLOGIE;

SI STANNO DIFFONDENDO LETTORI MP3 I-POD ECC...ECC.    ( IL FENOMENO E' SEMPRE IN CERESCITA)
SI CALCOLA CHE PER IL PROX NATALE CI SARA' UN INCREMENTO DI VENDITA DI QUESTI OGGETTI DI OLTRE 30%

MI CHIEDO SE QUESTE PERSONE ( IL TARGHET DI ETA' E DA 13 - 50 ANNI )  QUANDO "INFARCISCONO" QUESTI LETTORI CON BRANI MUSICALI SEMPRE SCARICATI DA INTERNET E SICURAMENTE CON PROGRAMMI PEER-TO-PEER
PAGANO LA SIAE O SCF..........................................................

ALLORA CARI SIGNORI CHI SONO GLI ILLEGALI??????    FORZA RISPONDETE!.........

SIAMO NOI EDITORI RADIOFONICI "CRETINI "  CHE ANCORA STIPENDIANO 4 PERSONE E PAGANO LE TASSE, PERMETTONO DI TENERE IN VITA TUTTO L' INDOTTO TECNOLOGICO CHE RUOTA ATTORNO AL BROADCAST E PROMUOVONO LE VENDITE DEI DISCHI....................

O SONO QUELLE PERSONE CHE INTASCANO MUSICA SENZA SPENDERE UN EURO SE NON PER IL LETTORE O
L' ABBONAMENTO ADSL ........

NOI CON I DISCHI CI LAVORIAMO!!!!     

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05 Sep 2006 18:18 #18906 by Morpheus
quando dice "QUESTE PERSONE " a chi ti riferisci ai ragazzini che hanno comprato l'ultima diavolreia di moda?

Se si, come unità di memoria è già tassata con il famoso equo compenso e fin tanto non usano le canzoni se non per il proprio uso personale, nulla debbono alla siae (e tantomento alla scf)

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  • studio24
05 Sep 2006 18:41 #18907 by studio24
IL FATTO E' CHE NON SONO SOLO PIU' I RAGAZZINI!!

ORA BISOGNA FARE I CONTI CON LE NUOVE TECNOLOGIE CHE STANNO IN PARTE ECLISSANDO L'ASCOLTO DELLA RADIO....
LA TENDENZA E' DI FARSI LA PROPRIA COMPILATION... ED ANCHE IN AUTO C'E' CHI SI ASCOLTA QUASI 60GB DI MUSICA....

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06 Sep 2006 14:12 - 06 Sep 2006 14:16 #18930 by
Il concetto di "fissazione" di un'opera trae origine dal fatto che quando ad esempio si realizzava una qualsiasi opera destinata alla diffusione (film, canzone, ecc.), prima di provvedere alla sua messa in diffusione tramite "copie" era necessario creare un "master" del lavoro, quindi una "fissazione". Come molte altre cose, dal 1941 (data in cui è stata promulgata la primigena Legge sul Dirittto d'Autore (o LDA), cioè la Legge 22 aprile 1941 n. 633 (se non erro, perchè vado a memoria in questo momento), la tecnologia è mutata, e oggi penso sia a chiunque noto che esistono opere degne di tutela analoga (come appunto le trasmissioni radiofoniche, che infatti godono di "diritto connesso"), che non necessitano di alcun supporto anteriormente alla propria diffusione, in quanto esse stesse sono appunto "diffuse". Senza addentrami ulteriormente in un argomento che sta per essere portato alla attenzione della competente Autorità Giudiziaria (così come indicato nella LDA), faccio notare a tutti che -al di là degli interessi che taluno più o meno velatamente sembra avere nel disquisire tale argomento con una visione contraria alla nostra, e per quanto noi si possa aver ragione o torto, se non ci fosse qualcuno che non "risica", neppure ci sarebbero altri che poi "rosicano", quindi è palesemente evidente che per affermare un diritto sancito dalla Legge, non basta rimandare al vocabolario. Giusto per fare qualche esempio, vediamo a cosa posso essere indirizzato da un vocabolario se cerco la parola "fissazione":
In psichiatria per fissazione si intende uno stallo di una pulsione che non trova sbocco: il soggetto si ritrova in balia di un pensiero fisso od un'abitudine ineliminabile che ne mina, anche profondamente, i rapporti sociali e la soddisfazione personale. In chimica la fissazione ha il compito di mantenere inalterate, per quanto possibile, le caratteristiche strutturali del campione per la microscopia elettronica anche a livello submicroscopico. In istologia per fissazione si intende l'operazione di preparazione di un organo o di un tessuto all'osservazione. E potremmo continuare. Si tratta di un termine a cui è possibile dare -insomma- vari significati. E' inutile (se non sospetto) quindi tentare di uscirsene molto semplicisticamente rimandando al vocabolario.
Nel nostro caso, abbiamo letto la normativa, compresa quella estesa e poi abrogata, per comprendere quale fosse il concetto che il Legislatore voleva esprimere con le sue parole: "fissazione delle proprie emissioni". Vi faccio solo un rimando, ad esempio all'art. 16 della Legge 248/2000, dove si legge chiaramente che "Chiunque abusivamente utilizza con qualsiasi procedimento, anche via etere o via cavo, duplica, riproduce, in tutto o in parte, un’opera dell’ingegno tutelata dalla normativa sul diritto d’autore e sui diritti connessi al suo esercizio..." è punito... eccetera eccetera. Cioè: assodato che anche il contenuto della emissione radiofonica è un'opera dell'ingegno (tanto da meritare tutela fra i diritti connessi al D.d.A.), è evidente che "qualsiasi procedimento" non autorizzato che consenta in pubblico la riproduzione di tale opera, è da considerarsi abusivo (e quindi la fissazione delle emissioni in tal caso corrisponde alla "sintonizzazione" che è atto anteriore alla "diffusione" e propedeutico a quest'ultima.
Senza voler tediare nessuno, basti sapere che l'ultima volta che ci siamo occupati, come Assoradio, di cose simili, è stato quando abbiamo scoperto l'antinomia esistente fra la Legge 5/2000 e la Legge 66/2001, scoperta grazie alla quale il Ministero delle Comunicazioni ha dovuto provvedere a mettere tutte quelle radio che non avevano dipendenti, o che comunque non avevano i "requisiti" richiesti dalla L. 66/2001, in condizione di "salvarsi" da una chiusura certa, ricorrendo proprio alla possibilità sancita dalla L. 5/2000 di trasformarsi in emittenti comunitarie (e questo ben tre anni dopo l'entrata in vigore della stessa L. 66/2001). Ovviamente ci sono le prove di quanto qui espongo.
Comunque sia, affinchè questa discussione non diventi un inutile esposizione di "io la penso bianca" e di "io la penso nera" senza motivi espressi che giustifichino tali posizioni, e senza voler fare assolutamente i supponenti (come taluno bontà sua ha ritenuto etichettarci), unico interesse nostro (e credo di tutti i colleghi) dovrebbe essere quello di tutelare in ogni modo la radiofonia, cioè la nostra attività. E in questo caso, sembra che a qualcuno faccia schifo andare a chiedere somme che sono anche di propria pertinenza. Ma forse le radio sono così ricche da non aver bisogno di altri soldi...
Ringrazio tutti degli interventi e saluto anche chi non ha ritenuto di postare nel thread.
Roberto de Marinis - Staff Assoradio
p.s.: in caso serva, per comunicazioni varie, la ns email è assoradio@yahoo.it

Last edit: 06 Sep 2006 14:16 by .

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06 Sep 2006 15:41 #18935 by Morpheus
ma carissima assoradio, tu proprio la polemica la tiri per i capelli ... senza rimandarti al vocabolario, se hai voglia di perder tempo fai pure, contenta te... saluti e baci

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06 Sep 2006 15:57 #18936 by
Morpheus, ma tu che non hai una radio, ti preoccupi di perdere tempo ? Mah...

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